mercoledì 24 giugno 2009

Eppur si muove. Difficoltà per i gruppi parlamentari di destra

Sorpresa: il gruppo parlamentare delle destre nazionaliste al Parlamento europeo, lo Uen (Unione per l'Europa delle nazioni) potrebbe non esistere più.

Per formare un gruppo europeo, da questa tornata elettorale, ci vogliono al minimo 25 parlamentari da almeno 7 stati differenti, delle condizioni che sono più difficili da raggiungere considerando che

  • Alleanza nazionale, con lo scioglimento nel Pdl, si è trasferita nel Ppe;
  • l'irlandese Fianna Fáil ha lasciato questo gruppo;
  • potrebbero uscire anche i polacchi di Diritto e giustizia e i danesi del Partito del popolo.

"Il gruppo verrà completamente assorbito dai conservatori, a parte quelli che i tory britannici non vorranno", è la previsione che una fonte interna ha fatto al Manifesto.

La Lega Nord, anche lei dell'Uen, potrebbe essere senza punto di riferimento malgrado l'ottimo risultato rischierebbe. Borghezio ha spiegato che "abbiamo dei contatti in varie direzioni", alludendo alle trattative in corso con partiti come gli xenofobi fiamminghi del Vlaams Belang per cercare di raggiungere la soglia dei 25 seggi.

Neanche il gruppo euroscettico Ind/Dem, da cui la Lega Nord era stata espulsa nel 2006 per la vicenda delle vignette anti-islamiche, è messo bene. I contrasti interni tra formazioni che prediligono un approccio nazionale non sono facili da risolvere, e il gruppo potrebbe seguire la sorte di Identità tradizione e sovranità, esperimento ultraconservatore che coinvolse anche Fiamma tricolore e Forza nuova prima di sciogliersi dopo neanche un anno di vita. Sarà per questo che il Pvv olandese di Geert Wilders, autentica rivelazione di queste elezioni, ha scelto l'autarchia, rifiutando tutti i numerosi corteggiatori che il successo gli aveva guadagnato.

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